Certe volte si ha la sensazione di aver messo in campo tutte le forze e le strategie a disposizione per affrontare un momento difficile, ma è cambiato poco o qualche tassello è ancora mancante.
Può essere questo il momento di chiedere aiuto a uno psicologo per avere un punto di vista professionale, un confronto e una proposta di intervento.
“Sei anni fa ebbi un incidente col mio aeroplano nel deserto del Sahara. Qualche cosa si era rotta nel motore, e siccome non avevo con me né un meccanico, né dei passeggeri, mi accinsi da solo a cercare di riparare il guasto. Era una questione di vita o di morte, perché avevo acqua da bere soltanto per una settimana…
Potete immaginare il mio stupore di essere svegliato all’alba da una strana vocetta: “Mi disegni, per favore, una pecora?”
[Il Piccolo Principe, Saint-Exupéry]
Sostegno psicologico
I colloqui, il cui numero non è definibile a priori, ma adattato al singolo e al tipo di disagio, hanno l’obiettivo di supportare la persona e alleviare una sofferenza momentanea che compromette il benessere generale. E’ necessario ogniqualvolta le risorse dell’individuo vanno potenziate per affrontare le difficoltà e migliorare le capacità di adattamento e resilienza.
Psicoterapia
Intraprendere una Psicoterapia nasce da diverse esigenze, come ad esempio un bisogno di cambiamento profondo o un bisogno di prendersi cura di sé attraverso un percorso che promuove conoscenza di se stessi e maggiore comprensione e consapevolezza. Ancora, ci può essere il bisogno di affrontare un lutto o una situazione stressante o, più in generale, una sofferenza emotiva magari legata alle modalità personali di relazionarsi che non trovano un equilibrio funzionale e adatto.
La Psicoterapia Cognitiva aiuta a sviluppare punti di vista alternativi in modo utile a fronteggiare i problemi della vita, è scientificamente fondata e efficace per numerosi problemi di tipo clinico. I livelli di lavoro sono tre: pensieri, emozioni e comportamenti.
“Al centro del modello teorico della Terapia Cognitiva vi è la concezione secondo cui la mente umana non è un ricettacolo passivo di sensazioni e influenze ambientali e biologiche, ma piuttosto che gli individui sono attivamente coinvolti nella costruzione della loro realtà” (Clark, 1995). In altre parole, uno stesso evento suscita reazioni emotive diverse in ogni persona perché mediate dal modo in cui ciascuno vede quell’evento.
Nella mia “cassetta degli attrezzi” si trovano:
EMDR
Un approccio terapeutico utilizzato per il trattamento del trauma e delle problematiche legate allo stress traumatico.
E’ basato sul modello di elaborazione adattiva dell’informazione (AIP) secondo cui l’evento traumatico viene immagazzinato in memoria insieme alle emozioni, percezioni, cognizioni e sensazioni fisiche disturbanti che hanno caratterizzato quel momento.
Tutte queste informazioni restano “congelate” all’interno delle reti neurali e incapaci di mettersi in connessione con le altre reti. L’EMDR utilizza i movimenti oculari per trattare ed elaborare i disturbi legati direttamente a queste esperienze traumatiche o particolarmente stressanti da un punto di vista emotivo.
ACT
(Acceptance Commitment Therapy)
L’aspetto centrale é rappresentato dallo scegliere la direzione e gli obiettivi della propria vita, diventando mano a mano più capaci di orientarsi ad essi. Promuove la flessibilità psicologica, caratteristica indispensabile nella scelta di cosa è adatto e nell’affrontare gli ostacoli perché il personale modo di vivere diventi più soddisfacente e coerente con i propri valori.
“Se vuoi insegnare alle persone un nuovo modo di pensare, non ti disturbare a cercare di insegnarglielo. Piuttosto, dai loro uno strumento, il cui utilizzo conduca a nuove modalità di pensiero”
Buckminster Fuller.